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E’ ripartito alla grande il ristorante del Castello di Gabbiano, con la solida guida di Marcello Crini e la creatività di uno chef che si racconta così…

GABBIANO (SAN CASCIANO) – E’ partita da qualche settimana la nuova avventura de Il Cavaliere, il ristorante del Castello di Gabbiano che ha affidato le sue “chiavi” a Marcello Crini. E, in cucina, allo chef Nearco Boninsegni. E proprio con lo chef abbiamo fatto una chiacchierata su questa prima fase. Sulla sua idea di cucina, sui piatti che sono stati inseriti in menu, su quello che ci aspetta… .

Il Cavaliere di Gabbiano, come sta andando?

“Molto bene, grazie. Tanto impegno, ripagato con molta soddisfazione: sia nostra che dei nostri clienti”.

Quale filosofia sulla base della quale avete costruito il menù?

“Nessuna filosofia. Solo Silvia e io, a cena davanti ad una bella bottiglia di vino. E solo piatti che ci divertono e entusiasmano; da un punto di vista di ingredienti e gusto”.

C’è qualche piatto in particolare al quale è legato?

“Dovrei rispondere il Signor Piccione, per compiacere il buon Marcello Crini. Ma in verità dico l’uovo cotto a 63°C, con spuma di asparagi e burrata. Perché quando è venuta mia madre a pranzo mi ha detto che ne avrebbe mangiati… dieci”.

Avete in mente qualche idea per l’estate? In particolare per gli spazi esterni?

“I nostri clienti potranno sicuramente godere della nostra terrazza e la pace che contraddistingue Il Cavaliere. Ma le idee le abbiamo per l’inverno che verrà, quando il freddo porterà le persone a starsene più a casa. E noi dovremo invogliarle… a farci visita”.

Ovvero?

“Stiamo pensando a tutta una serie di eventi legati alla produzione olearia e vitivinicola del nostro Castello. E a collaborazioni con attività ristorative che ci circondano. E che rispettiamo”.

Si può dire che avete cercato di lavorare con creatività e tecnica su ingredienti anche poveri? Pensiamo ad esempio ai piatti alla base di quinto quarto…

“Più semplicemente abbiamo lavorato su ingredienti che sentiamo nostri e sappiamo trattare con cura; tra questi, sicuramente, rientrano anche i cosiddetti poveri. Ma vi assicuro che quando una materia è usata come si deve ha ben poco di povero, anzi…”.

Ultima domanda: se lei sedesse ai tavoli del Cavaliere che piatto ordinerebbe?

“Pere, caramello salato e gelato alle arachidi: sono goloso e me ne vanto!”.

Fonte: Il Gazzettino del Chianti